Riesumare scenari da guerra fredda a distanza di 25 anni non è semplice. Tra colf ucraine e turisti russi a Madonna di Campiglio, in che modo i media raccontano questa crisi a cavallo tra vecchie ideologie e nuove logiche di consumo?

L’analisi è stata sviluppata sui titoli e sottotitoli degli articoli pubblicati on-line da sei testate nazionali tra le più diffuse, per il periodo dal 1 al 18 settembre. Le testate prescelte sono state il Corriere della sera, Il Messaggero, il Giornale, Il sole 24 ore, la Repubblica e La Stampa.

A 25 anni dalla caduta del muro, la crisi in Ucraina che ha incrinato i rapporti tra Russia e mondo occidentale ha riaperto scenari che si pensavano dimenticati, ed ha costretto i media a reinventare un racconto dei fatti di fronte ad un mondo profondamente cambiato. Ed è nata per questo motivo la curiosità di indagare sulle modalità discorsive utilizzate prendendo in esame i media on-line.

L’indagine ha considerato inizialmente alcuni aspetti meramente quantitativi necessari ad inquadrare la risonanza che le testate considerate hanno dato ai fatti, ovvero il numero di articoli dedicati alla crisi in Ucraina sul totale di quelli pubblicati nel periodo in esame.
Il secondo aspetto dell’analisi ha riguardato invece le modalità con le quali si è parlato della crisi, dando quindi prevalenza agli aspetti qualitativi del discorso.

Prima di tutto, perché soffermarsi all’analisi di poche righe iniziali, titolo e sottotitolo, invece di considerare tutto l’articolo? Osserviamoci nella realtà.
Viviamo nella “smartphonizzazione” dell’informazione, fenomeno che supera persino quello di alcuni anni orsono battezzato “overload informativo”; non c’è più tempo per approfondire per cui un titolo e poche righe sono sufficienti per darci una dimensione del caso.

La fondamentale importanza di questi frammenti di testo, o di “testo breve”, si fonda nella loro caratteristica di poter sintetizzare ciò che deve essere ricordato, di fornire alla mente i frammenti che saranno utilizzati nella costruzione narrativa delle nostre conoscenze come se fossero le tessere di un puzzle, ma anche per alimentare i nostri stereotipi.

Nella tabella che segue riporto sinteticamente i risultati emersi che a prima vista ci danno un’istantanea del livello di attenzione dedicato a tale argomento, e tra la noia dei numeri si può intuire che lo spazio dedicato al fatto, almeno nel periodo considerato, non è stato poi così forte, specie se si considera che il solo termine “Renzi” come unità lessicale dei fatti di politica, compare il doppio o il triplo delle volte il numero di titoli dedicati all’Ucraina.

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L’aspetto qualitativo dei titoli in esame invece trascura l’aspetto meramente numerico, pur considerandoli sulla scorta della caratterizzazione loro conferita dalla presenza di certe unità lessicali giudicate di importanza preminente.

A tal fine prendendo a spunto la teoria attanziale1, il primo passo è stato quello di individuare un primo attante rappresentato dai termini Russia, Mosca, Putin, un secondo opposto identificato nelle parole Ucraina, Kiev e Poroshenko, un terzo anch’esso in opposizione implicato da Europa, Stati Uniti e Nato; ogni sinonimia è comunque da ricondurre a questi tre attanti principali.

Per quanto riguarda la vera posta in gioco, il valore conteso è relativo alla sfera di influenza e di potere che viene declinato dai tre attanti in modo diverso e come tale riportato dai media; in sintesi la tutela delle etnie russofone per la Russia, la minaccia all’integrità territoriale per l’Ucraina, il rispetto di principi per l’occidente.
Una nota a parte meritano la modalità con cui sono state trattate le varie leadership: quella di Putin è stata nominata con una certa ridondanza e tali rappresentazioni, che a volte stimolano proiezioni e aspirazioni con le quali la gente si identifica, ne delineano una personalità, sia pure in chiaro scuro, prevalente sulle altre.

Ora saranno riportati solo alcuni titoli che a mio parere hanno la capacità di rappresentare un po’ il senso generale anche degli altri.

 Il Corriere della sera 

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L’attenzione al tema è stata tutto sommato modesta, predomina la figura di Putin – Ucraina, Putin: “Subito uno Stato indipendente nel sud-est ucraino”- Putin vuole conquistare tutta l’Ucraina – un accordo tribolato per la deliberazione delle sanzioni – Usa e Ue divisi su nuove sanzioni contro la Russia – Ucraina, rinviate le sanzioni Ue Putin: «Avanti coi negoziati» – la Nato che cerca di far sentire la sua voce – La Nato metterà base nell’Est e Putin riscrive la sua dottrina – Kiev, alta tensione Russia-Nato «Esercitazione» anche con l’Italia – ed infine le voci definite stonate –..Berlusconi attacca la Nato: «Su Putin irresponsabili» – Al Bano: «Sto con Putin: è come l’Istria, tutti sanno che è italiana».
In definitiva un ampio uso di frasi riportate, enunciazione “enunciata” che comunque prende le distanze da colui che afferma; bisognava parlarne e lo si fa ma quasi senza convinzione, pressoché in difficoltà ad inquadrare giornalisticamente il caso.

 Il Giornale 

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Questa testata racconta la crisi in modo diverso, prende posizione. La disposizione pro Russia traspare sia nel citare il leader Putin – Putin: “negoziati per uno stato nell’Est dell’Ucraina” – Ecco i dieci motivi che danno ragione allo zar Putin – sia nel descrivere la situazione – Mosca avverte Nato e Usa: “Agiremo di conseguenza” – La Nato è morta e la Russia non è più un nemico – Putin: “Le sanzioni Ue minano il processo di pace” –  sia nel descrivere gli effetti – Europa, altro harakiri: le sanzioni anti russe ci costeranno un miliardo –  Pugno duro con Mosca? Putin chiude cieli e portafogli.
In sintesi una critica abbastanza esplicita all’occidente e all’Italia nel loro seguire pedissequamente la politica degli Stati Uniti nello spettro di una crisi inventata per rinsaldare la Nato mentre invece la minaccia, scritto senza perifrasi, è altrove (“L’islam taglia un’altra testa ma noi facciamo guerra a Putin”); una collocazione pro-Russia netta e chiara giustificata dal pragmatismo di evidenziare costi economici dati dalle sanzioni che non gioveranno né all’Europa, né al sistema Italia in particolare.

 Il sole 24 ore 

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L’impostazione di testata economica del sole 24 ore cerca di rimarcare ove possibile l’aspetto economico degli eventi. Si pone in evidenza la tregua –Ucraina, telefonata Poroshenko-Putin: tregua «globalmente rispettata» –  si descrive la compattezza degli alleati – Crisi ucraina, Nato rafforza la difesa nel Baltico –  ma al tempo stesso si sottolineano più volte gli effetti della crisi che colpisce entrambe le parti – Le Borse Ue chiudono in rialzo: la spinta da tregua Russia-Ucraina –  Schaeuble lancia l’allarme: “Germania, stime di crescita da rivedere. A causa delle crisi in Ucraina e Medio Oriente…” – Europa e Stati Uniti sostengono il made in Italy ma la crisi russa ci costa oltre mezzo miliardo –  La crisi Ucraina pesa su Gazprom: utile in calo del 41% –  Putin è sempre protagonista della scena – Ucraina, Putin detta le condizioni per la tregua –  mentre la mancanza di compattezza sulle sanzioni emerge nuovamente – Non c’è accordo a Bruxelles su sanzioni.
Nel complesso una esposizione nella quale l’europeismo è una scelta di campo quasi obbligata ma perseguita senza troppa verve, perché nell’ elenco degli effetti prodotti dalla crisi nessuno dei contendenti ne esce indenne.

 Il Messaggero 

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Nel racconto di questa testata in evidenza i tentativi di tregua – Ucraina, firmato il cessate il fuoco. Kiev trova l’accordo con i ribelli –  Crisi Ucraina, intesa Poroshenko-Putin per cessate il fuoco permanente –  i proclami dell’Ucraina – Ucraina: «Grande guerra contro la Russia»– la Nato che deve confermare il suo ruolo – dopo le minacce di Putin la Nato invia le truppe –  Ucraina, Nato potenzia la difesa a Est:.. –  la risposta di Mosca – Ucraina, Mosca avverte la Nato: «Mai vostre truppe ai nostri confini» –  esplicitando i termini del problema, ancora la personalità di Putin a dominare la scena – Putin: «Negoziati per creare un nuovo stato nell’Ucraina dell’Est» –  infine la posizione dell’Europa – Ucraina, l’Ue: accordo su nuove sanzioni contro Mosca – Ucraina, domani le sanzioni Ue alla Russia. Mosca: reagiremo” –  …Ma sulla Russia Usa e Ue sono divisi –  con una sequenza di annunci che dietro ai proclami nascondono a stento le difficoltà a trovare un accordo reale sulle sanzioni, mentre la minaccia di ritorsioni appare anche più fondata.
In tal caso il racconto della crisi mostra una disposizione europeista abbastanza tiepida, più di facciata che di sostanza, niente a che vedere con gli atteggiamenti da crociata ideologica di un tempo.

 La Repubblica 

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Uno schieramento europeista che traspare nel dare prevalenza alle dichiarazioni dei soggetti di una parte – Ucraina, Obama: “Aumentare le forze Nato” – Ucraina, Germania spinge per sanzioni Ue alla Russia:.. – Nato rafforza presenza militare ai confini con la Russia. Mosca: “Così si alimenta la tensione” – anche se traspare il dubbio – Così la Nato sfida Putin ma un rapporto segreto spaventa l’Europa – Borse Europee in rosso.. –  Ue adotta nuove sanzioni ma rinvia attuazione –  mentre è ancora il ruolo chiave di Putin che appare come ago della bilancia della situazione – Ucraina, Putin: “Impossibile prevedere quando finirà la crisi” –  Ucraina, accordo per cessate il fuoco. Ma Putin detta le condizioni –  Ucraina, Poroshenko-Putin “Tregua globalmente rispettata” – Come detto all’inizio uno schieramento pro-occidente che tuttavia non può evitare di riportare i dubbi, le divisioni e la difficoltà nel decidere ritorsioni del blocco occidentale che non sembra poi così coeso come vorrebbe far credere.

 La stampa 

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Una descrizione dei fatti dove non si nascondono le divisioni del blocco occidentale – Kiev è pronta alla tregua. Usa e Ue divisi sulle sanzioni  –  Gli Usa: “Subito nuove sanzioni alla Russia” Ma gli europei frenano: “Prima il dialogo” –  Sostegno a Kiev, linea dura con Putin e meno legami con gli Usa –  il travaglio della tregua che non sembra reggere – Ucraina, tregua a rischio: a Donetsk uccisi 6 civili –  e il carisma di Putin ancora in evidenza  – Putin“pensare a stato nell’Ucraina orientale” –  Prove di tregua in Ucraina. Putin detta le condizioni e Kiev minaccia un muro al confine –  mentre Berlusconi si schiera – … Berlusconi attacca la Nato: “Irresponsabile” –  e c’è da credere che abbia un buon seguito di opinione pubblica che la pensa come lui. In definitiva una posizione abbastanza super partes che cerca di riportare azioni e dichiarazioni degli opposti schieramenti senza dimenticare, magari indirettamente, di richiamare l’attenzione anche sulla posizione dell’opinione pubblica nazionale.

 conclusioni 

Non so se quanto riportato risulti più o meno sorprendente, di fatto non esiste più quello schieramento da crociata come avveniva negli anni ’70. Certamente non è possibile sapere quale sia l’effettiva posizione dell’opinione pubblica, né la sua disponibilità a pagare un prezzo in questa crisi, visti i già più che pressanti problemi economici del momento.
Appare evidente comunque un cambiamento di atteggiamento verso la Russia che è il frutto anche del cambiamento dei tempi per almeno tre ordini di ragioni tra le quali:

a. la caduta dei baluardi ideologici dell’opposizione al blocco comunista, che ormai appaiono desueti e sorpassati, mentre una volta erano sufficienti ad ottenere il consenso dell’opinione pubblica;
b. i casi Snowden e Wiki Leaks così come una “disinvolta” politica americana, stanno intaccando la credibilità dei principi politici statunitensi non solo negli anti-americani militanti ma in fasce sempre più ampie di opinione pubblica non solo di sinistra;
c. la globalizzazione ha portato non solo l’ interscambio commerciale ma anche, grazie al turismo, una quantità di interazioni con un numero sempre più ampio di cittadini russi, spesso benestanti e in viaggi di affari o di piacere, aspetto che consente alla gente comune di farsi un idea di queste persone direttamente e senza il racconto dei media.

Sono cambiati tempi e situazioni, è cambiata la società, sono cambiate le storie che l’opinione pubblica vuol sentirsi raccontare, ed al tempo stesso anche quelle che i media sono disposti a descrivere, per questo una considerazione finale merita di essere fatta.

Nel momento in cui così tanto si parla di story-telling anche a livelli politico-strategici, emerge che dietro le storie deve sussistere una verosimiglianza, perché queste possono innestarsi solo sulle conoscenze e sulle idee comuni delle memorie collettive del momento, memorie che le narrazioni possono solo mettere in ordine ed a cui concorrono a dare forma e contenuto, molto più difficile invece farle circolare quando vengono a mancare i presupposti basilari di credibilità.

1 Il termine attante è usato in linguistica e in narratologia, un campo della semiotica.
In linguistica l’attante’ è un soggetto che compie l’azione indicata dal verbo; l’attante è un elemento nominale che insieme a un verbo forma una frase (ad esempio nella frase “Il cane mangia l’osso”, il cane e l’osso sono gli attanti). Gli attanti non devono necessariamente compiere un’azione, possono anche subirla. Inoltre esistono anche attanti non umani (oggetti o animali).(Fonte Wikipedia) . Per approfondire l’argomento vedi anche Manuale di semiotica, U. Volli, Laterza 2006 – Del senso II, A.J. Greimas, Bompiani 1984.