Che siano scelti dal pubblico oppure con televoto pilotati non fa molta differenza: i finalisti impersonano in qualche modo archetipi sempre in voga nell’opinione pubblica.

E’ appena giunto al termine l’Isola dei Famosi, ennesimo reality televisivo condito dalle consuete polemiche, dai “rumors” di televoto pilotati, dalle solite diatribe dei protagonisti e, ciliegina sulla torta quest’anno, anche il famigerato “canna-gate”; c’erano un pò tutti gli ingredienti per creare quel polverone mediatico che tanto influisce nel determinare il successo di un programma.

D’altronde per un programma televisivo non c’è peggior condanna che l’indifferenza, per cui tutto ciò che gli ruota intorno, incluse le polemiche e le critiche più spietate, contribuiscono a creare interesse e traffico (inevitabilmente ormai ci si riferisce ai social media) che gli assicurano la popolarità presso l’opinione pubblica.

Preciso che per opinione pubblica non deve intendersi solo il pubblico degli spettatori ma un sistema complesso che include media, opinionisti, pubblico e i reciproci processi di influenzamento, ma rinvio a pubblicazioni specifiche per una trattazione più esaustiva del concetto.

In merito alla possibilità che alcuni esiti del televoto siano “pilotati”, non credo cambi molto il significato sociale di questo tipo di programmi, perché in ogni caso i “beneficiari” del favore saranno comunque personaggi che si ritiene siano graditi ad una fascia più o meno ampia di pubblico.

D’altronde un programma piace se piacciono i suoi protagonisti perché è necessario che si generino dei processi di immedesimazione nel pubblico, pertanto non ha molta importanza sapere cosa accade dietro le quinte; queste saranno sempre funzionali a cercare di creare qualcosa che si ritiene gradito al pubblico ed in questo stanno i significati di uno spettacolo.

Significati che implicano il porsi delle domande per capire quali sono i modelli, gli archetipi che i protagonisti impersonano, quali quelli che giungono alle fasi finali e che tipo di processi di identificazione sociale possono rappresentare; le percentuali delle votazioni sotto questo punto di vista non significano un granché, sono altri gli spunti interessanti.

Di fatto ciò che determina il favore di una parte del pubblico è il nascere di processi di immedesimazione e di proiezione con i personaggi di scena e con ciò che essi rappresentano in termini iconici.

Quanto alle reiterate affermazioni dei protagonisti di essere personaggi veri, tacciando ovviamente gli altri di ipocrisia, mi pare opportuno recuperare le tesi espresse da E. Goffman (La vita quotidiana come rappresentazione) secondo il quale ognuno di noi (nessuno escluso) elabora delle strategie di comportamento funzionali al contesto e al tipo di interazioni umane da sostenere.

Ognuno interpreta dei ruoli, delle “maschere”, una rappresentazione quotidiana del proprio io idealizzato.
Esiste quindi più o meno consapevolmente per ognuno un dietro le quinte, momento nel quale si orientano le proprie strategie comportamentali e la propria “rappresentazione” scenica funzionalmente al ruolo prescelto o al contesto da affrontare.

Ora se consideriamo che il fatto di parlare di fronte ad un qualsiasi strumento di ripresa falsa la spontaneità del più comune dei mortali, va da sé che un personaggio pubblico proprio per questo fatto sarà probabilmente assai più smaliziato di fronte ad una telecamera.

Prevedibile quindi che abbia sviluppato una certa capacità di separare e gestire i momenti della propria vita tra un “dietro le quinte” e un “palcoscenico” meglio di una persona comune.

Pertanto ritengo più interessante puntare l’attenzione sull’oggetto della rappresentazione piuttosto che sul soggetto che la interpreta.

Quindi quali sono i personaggi che arrivano alle fasi finali, i preferiti dall’opinione pubblica, e come possono essere generalizzati interpretandoli come simulacro di determinati archetipi1?

In merito al concetto di archetipo Carl Gustav Jung ci dice:
“Nessun archetipo è riducibile a semplici formule. L’archetipo è come un vaso che non si può svuotare né riempire mai completamente. In sé, esiste solo in potenza, e quando prende forma in una determinata materia, non è più lo stesso di prima. Esso persiste attraverso i millenni ed esige tuttavia sempre nuove interpretazioni. Gli archetipi sono elementi incrollabili dell’inconscio, ma cambiano forma continuamente”.

Gli archetipi si manifestano dunque nell’inconscio collettivo attraverso risposte automatiche ed ancestrali che l’uomo continua a riproporre, espressione dell’istinto e del corpo, “modelli funzionali innati costituenti nel loro insieme la natura umana” sempre secondo Jung, simboli di concetti, istinti primordiali, modelli profondi, radicati nella psiche umana.

Tornando ai nostri finalisti, vediamo che tipo di archetipi hanno impersonato in modi e manifestazioni più o meno grottesche o congruenti.

Il saggio Nino Formicola
Nino, pur con la sua carica ironica, ha impersonato, anche in virtù della sua età, l’archetipo del saggio ed il suo è il viaggio alla scoperta della verità: su se stessi, sul mondo e sull’universo.

La sfida del Saggio è quella di interpretare i segni e risolvere l’enigma di fondo dell’esistenza. La sua domanda essenziale è: “qual’è il senso?”. Tutti i saggi sono investigatori alla ricerca della verità che è dietro le apparenze, alla ricerca del senso profondo degli eventi, della vera causa dei problemi.

Il Saggio parla per enigmi, parabole, simboli, immagini, perché la vita è per definizione nascosta, il Saggio non ha più paura di morire, né di perdere il proprio Regno, perché non ha più l’Ego e non ha più paura che gli venga sottratto qualcosa: ha imparato a morire e a non essere attaccato a niente.

La sua qualità si concretizza nella conoscenza, consapevolezza, verità, saggezza, pace, serenità, imperturbabilità, distacco, osservazione imparziale, meditazione, visione, intuizione, discriminazione, tolleranza, esperienza, ascetismo, mentre la sua ombra si manifesta nell’atteggiamento critico, censorio, durezza, rigidità, severità, cinismo, preconcetti, pregiudizi, assolutismo, distorsione della verità, indottrinamento, perfezionismo, fondamentalismo, fanatismo, intolleranza, dogmatismo, pedanteria.

Il suo scopo nella vita si esprime nell’approfondimento e nella comprensione della verità, mentre le sue paure si annidano nell’illusione, inganno, distorsione, errore, dubbio, incertezza, cecità, confusione, finzione; nella sua relazione con il drago lo comprende, lo integra, lo trascende, capisce che è solo un’illusione e va oltre.

Il Guerriero Amaurys Perez 
Amaurys ha impersonato l’archetipo del Guerriero, quello che impone di essere coraggiosi, integri e forti, capaci di fissare delle mete e di raggiungerle, di partire alla conquista del mondo.

L’archetipo del Guerriero esige un forte impegno all’ integrità, autodisciplina, fermezza e senso dell’onore, impone di combattere per le proprie idee o i propri valori, anche quando questo costa comporta costi elevati. Impersona il guardiano della Porta del Cuore e vigila su ogni minima minaccia all’integrità del suo mondo affettivo.

Le sue qualità sono forza di volontà, autoaffermazione, coraggio, abnegazione, abilità, affidabilità, autodisciplina, fermezza, tecnologia, strategia, capacità di scelta, capacità di dire no, senso dell’onore, rispetto, dignità, ma la sua ombra si esprime nella durezza, rigidità, giudizio, insensibilità, crudeltà, intolleranza, uso del potere sui più deboli, prepotenza, prevaricazione, competizione.

Guidato dai suoi scopi di affermarsi e vincere, combattere e conquistare, stabilire obiettivi e operare per raggiungerli, le sue paure più forti sono quelle di essere debole, di essere impotente, di essere umiliato, di essere ucciso; affronta il “drago” simbolo degli ostacoli e dei problemi, ingaggia il combattimento accettando il rischio di morte, perché può finire in due modi: uccidere o essere ucciso.

La dea Persefone Bianca Atzei
Bianca sembra invece aver impersonato l’archetipo di Persefone, figura mitica della Grecia antica dotata di due nomi, a simboleggiare i due aspetti contrastanti che la distinguevano: Kore ossia giovane fanciulla che ignorava chi fosse, e Persefone regina degli inferi data la sua capacità di gestire piani profondi della propria psiche.

La donna che incarna questo archetipo non è predisposta ad agire, ma ad “essere agita” dagli altri, vale a dire ad avere un comportamento condiscendente ed un atteggiamento passivo.
L’aspetto di fanciulla archetipica rappresenta una giovane che ignora chi sia, ancora inconsapevole dei propri desideri e delle proprie forze; tende anche a compiacere la madre e ad essere “la brava bimba” obbediente ed attenta, spesso vive al riparo o protetta da esperienze che presentino dei rischi.

La bambina Persefone, iperprotetta, svilupperà un atteggiamento fragile e bisognoso di protezione e guida, e resterà dipendente a qualcuno.
Sessualmente è inconsapevole della propria sessualità, aspetta il principe azzurro che giunga a svegliarla. Con gli uomini è una donna-bambina, dall’atteggiamento remissivo e giovane.

La sua ombra è una tendenza al narcisismo, una trappola per questo tipo di donna che può fissarsi su di sè con tanta ansia da perdere la capacità di rapportarsi agli altri.
Soggetta alla depressione, chiude ermeticamente dentro di sé rabbia o dissenso.

La donna Persefone può superare la sua dimensione se è costretta ad affrontare la vita con le sue sole forze e prendersi cura di sé; solo quando non ha qualcuno che decida per lei può crescere.

L’innocente Jonathan Kashanian
Jonathan di fatto tende ad impersonare l’archetipo dell’innocente, di colui che crede nella vita e negli altri, che esprime l’entusiasmo con cui si comincia una relazione, un viaggio, un lavoro.

È l’individuo “prima della caduta”, che ricorda il mondo protetto dell’utero della madre e la felicità dei primi anni di vita, che vuole riconquistare e vivere nel Paradiso Terrestre, ovunque esso si trovi.

L’Innocente è la parte di noi che continua a credere, a qualunque costo, perché ha una incrollabile fede che il mondo è un luogo sicuro e gli esseri umani sono buoni. L’Innocente però tende a negare i problemi e a rifuggire dai conflitti, spesso isolandosi in un mondo di fantasia. L’Innocente è anche assolutista e dualista, non può ammettere la propria imperfezione senza inorridire di sé, senza cadere preda della vergogna o del senso di colpa.

L’Innocente percepisce anche la propria fragilità e vulnerabilità e, come è evidente, cerca in tutti i modi di difendersi da ciò che considera una minaccia alla propria integrità.

La sua qualità è speranza, entusiasmo, giovialità, gioco, ottimismo, apertura, leggerezza, lealtà, purezza, essere senza filtri lasciando entrare tutto, mentre la sua ombra si esprime nel vittimismo, pessimismo, attaccamento, dipendenza, pretesa, richiesta, onnipotenza, egocentrismo, fuga dalla realtà, rifiuto dei conflitti, illusione, ingenuità, inesperienza.

Nella sua relazione con il drago lo nega, non si accorge neppure che c’è, lo idealizza, ci gioca senza però capire che è un Drago, si sacrifica.

La dea Afrodite Francesca Cipriani
Francesca, personaggio controverso per la sua frivolezza è contrassegnata da una certa dualità; Persefone nell’inconscio, ricerca sicurezze nell’impersonare l’archetipo di Afrodite e come tale vuole esprimere il piacere per l’amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità.

L’archetipo Afrodite rappresenta la spinta a garantire la continuazione della specie, perché questa dea rappresentava unione e nascita di una nuova vita. La donna Afrodite si sente attraente e sensuale, e non di rado si trova in opposizione con i modelli correnti di moralità, spesso è estroversa e la sua personalità esprime una brama di vita e un che di selvaggio.

Tende a vivere nel presente immediato, prendendo la vita come se non fosse niente di più di un’esperienza dei sensi.
Il lavoro che non la coinvolge da un punto di vista emotivo non la interessa, a lei piacciono varietà ed intensità, compiti ripetitivi come le faccende di casa, o un impiego monotono l’annoiano.

Molto spesso questo tipo di donna non è bene accettata dalle altre, in quanto gelose del suo fascino ed eleganza. In genere si trova bene con donne che hanno il suo stesso archetipo.

La sua ombra si materializza nell’accanirsi in un amore infelice, arrivando ad un coinvolgimento ossessivo, accontentandosi e creandosi uno stato di sofferenza e insicurezza.

 

La dea Atena Alessia Mancini
Alessia, pur esclusa all’ultimo dalla fase finale, va considerata per il tipo di archetipo femminile che ha rappresentato. Alessia ha impersonato l’archetipo di Atena, dea greca della saggezza e dei mestieri, dai romani detta Minerva, nota per le strategie vincenti e per le soluzioni pratiche.

Come archetipo, rappresenta il modello seguito dalle donne razionali, governate dalla testa più che dal cuore, ha la capacità di mantenere il controllo in situazioni difficili o d’emergenza, mettendo a punto strategie adeguate che portano la donna ad agire con la determinazione di un uomo.

La donna Atena appare obbiettiva, impersonale e capace, l’organizzazione le viene naturale ed è una lavoratrice instancabile. Colei che incarna questa dea vive nella mente e spesso non è in contatto con il proprio corpo.

La sua negatività si manifesta nell’intimidire gli altri, nel potere di rendere sterili le esperienze altrui se non le ritiene importanti, può trasformare una conversazione in uno scarno resoconto di particolari; può mostrare mancanza di sensibilità e nasconde la sua vulnerabilità con autorità e critica. Rischia di dedicarsi sempre al lavoro, e di non staccare mai la mente.

Conclusioni

Le considerazioni finora fatte sull’Isola dei famosi, in merito ai suoi finalisti e sugli archetipi che da questi sono stati più o meno coerentemente e/o inconsapevolmente impersonati, vuole andare oltre il programma in se e cercare una generalizzazione che fornisca letture e riflessioni particolari.

Prima di tutto anche in un programma per molti aspetti criticabile e criticato dai suoi detrattori, si manifestano dei modelli che inevitabilmente richiamano dei processi di immedesimazione nel pubblico, qualunque sia la sua numerosità o il suo livello culturale.

Per grottesco che sia genera comunque una narrazione che ha delle strutture, ne più e ne meno come un film con una grande trama, questo è il punto più interessante; in fondo sono le forme che cambiano non le strutture che le sostengono.

É interessante notare anche la tendenza al ripetersi di certi archetipi: Il Guerriero, Afrodite, Persefone, il Saggio, sono figure che in linea di massima sono sempre in lizza per la vittoria finale.

Non vince sempre la rappresentazione dello stesso archetipo, questo è ovvio, perché spesso dipende anche dallo stacco con cui un protagonista sa impersonare quel modello e quanto possa a volte diventare grottesco o incoerente in questa sua involontaria rappresentazione.

Nell’Isola di quest’anno, il guerriero Amaurys perde inaspettatamente l’ultima prova del fuoco e inevitabilmente va al televoto precludendosi con ciò la vittoria finale.

Non si può tuttavia non notare come l’archetipo del guerriero sia risultato vincitore nel 2017 impersonato da Raz Degan, e nel 2016 da Giacobbe Fragomeni, e che comunque la sua personificazione risulti avere sempre un robusto consenso almeno fino alle battute finali.

Singolare invece, se la memoria non mi inganna, come certi archetipi femminili abbastanza forti e di rottura con gli stereotipi sociali come l’archetipo di Afrodite, giunto comunque alla fase finale con Malena nel 2017 e con Paola Caruso nel 2016, o come quello di Atena, impersonato da Alessia Mancini quest’anno e da Eva Grimaldi l’anno scorso, siano abbandonati proprio alle soglie del traguardo finale dal pubblico del televoto.

Sembra quasi che il pubblico subisca il fascino di certi archetipi quasi fino alla fine salvo poi dirottare verso modelli più comuni e rassicuranti.
Misteri dell’immedesimazione del pubblico!

1 per un sintetico ma efficace compendio sugli archetipi segnalo:
http://www.archetipi.org/
http://www.visionealchemica.com/le-sette-dee-dentro-la-donna/
le immagini sono state tratte da:
http://www.affaritaliani.it/sport/milan-news/isola-dei-famosi-2018-nino-ho-partecipato-per-far-vedere-che-gaspare-e-vivo-anche-senza-zuzzurro-535605.html
https://www.panorama.it/televisione/isola-dei-famosi-2018-nino-formicola/
https://www.comingsoon.it/tv/gossip/isola-dei-famosi-2018-nino-formicola-e-il-vincitore-della-tredicesima/n77446/
http://www.liberoquotidiano.it/news/spettacoli/13306296/isola-dei-famosi-bianca-atzei-strazio-max-biaggi-lacrime-diretta.html
http://www.oggi.it/gossip/gallery/francesca-cipriani-e-rosa-perrotta-e-sfida-sexy-sullisola-dei-famosi-guarda-le-foto/
https://it.blastingnews.com/tv-gossip/2018/04/anticipazioni-lisola-dei-famosi-squalificata-alessia-mancini-ecco-la-verita-002490279.html
https://popcorntv.it/curiosita/isola-dei-famosi-2018-chili-persi-dai-naufraghi/49885