PERCHE’ LA GENTE USA I SOCIAL MEDIA?

PERCHE’ LA GENTE USA I SOCIAL MEDIA?

Un’ aspetto non nuovo ma mai sufficientemente ribadito alle aziende sono le ragioni per cui la gente utilizza i social media.

Sicuramente la gente non utilizza i social media per osservare la pubblicità delle aziende, ne ha l’intento di acquistare qualcosa come se fosse al supermercato.

Tali effetti possono essere stimolati e raggiunti ma come conseguenza e non come risultato diretto.

In estrema sintesi tra le principali ragioni sociologiche che spingono la gente ad utilizzare i social media troviamo:

  • narcisismo, edonismo e divismo;
  • ricerca di momenti ludici e intrattenimento;
  • proiezione di identità socialmente desiderabili, non realizzate nella realtà;
  • ricerca di Popolarità e prestigio;
  • bisogno di informarsi anche a scopo professionale;
  • desiderio di esprimersi, di creare contenuti;
  • affinità, rassicurazione sui propri convincimenti e superamento delle barriere d’influenza nella relazione faccia a faccia;
  • relazionalità e nuove conoscenze.

Pertanto un’ impresa, grande o piccola che sia, deve considerare queste ragioni, incontrarle o soddisfarle nel miglior modo possibile se vuole che un generico pubblico si trasformi prima in followers e poi in clienti.

L’ansia di incrementare le vendite può essere cattiva consigliera.

Ottenere vendite, aldilà della complessità del processo d’acquisto tipico di ogni prodotto o servizio, è il risultato di un percorso dove il pubblico deve acquisire consapevolezza, relazione, credibilità e fiducia nell’impresa attraverso un “discorso” prima di acquistarne i prodotti.

LE VARIABILI DI SCENARIO

LE VARIABILI DI SCENARIO

Quali variabili di scenario considerare per utilizzare un approccio olistico all’analisi dell’ambiente in cui un’impresa deve operare?

Nella tabella viene presentato un modello che deriva dalla pianificazione strategica militare e riconvertito ad un ambito commerciale.

Tale modello contempla 6 variabili in grado di dettagliare lo scenario in cui l’impresa opera, definibili con un acronimo che denominiamo SEMICI e che si sostanziano in:

Sociale: implica la conoscenza approfondita del territorio e della gente, il loro grado di potenziale accettazione del   business  e dei prodotti/servizi dell’impresa.

Economia: implica l’analisi e la valutazione dell’andamento economico del macro-micro ambiente e/o della comunità locale dove il business si dovrà concretizzare. 

Media:  capire le abitudini di uso dei media implica poter scegliere e valutare la sostenibilità nonché pianificare il  modo più efficace per raggiungere il proprio pubblico potenziale e far conoscere impresa e prodotti.

Istituzioni: le dinamiche politico istituzionali nonché l’identificazione di soggetti e gruppi in grado di influenzare   l’ambiente circostante, possono avere grande influenza nello sviluppo, permanenza e prosperità dell’impresa.

Concorrenza: la valutazione dei concorrenti, della loro aggressività sul mercato, nonché la presenza di barriere all’entrata di nuove imprese sono aspetti fondamentali nel determinare l’attrattività di un mercato.

Infrastrutture: intese come tutte le strutture materiali e di risorse umane che condizionano la possibilità dell’impresa di operare in modo redditizio e influenzano la struttura dei costi, sia diretti che indiretti.

L’esame obiettivo e approfondito di queste 6 variabili fornisce gli elementi basilari per valutare le possibilità di successo di un impresa e la possibilità di costruire il vantaggio competitivo della stessa.

LE FASI DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA

LE FASI DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA

Momento topico della gestione di impresa che troppo spesso non riceve le dovute attenzioni.
Il modello presentato in modo estremamente sintetico è un processo circolare composto da 4 fasi:

Analisi – Pianificazione – Esecuzione – Revisione.

La fase di analisi include attività fondamentali come lo studio del contesto politico e sociale, l’analisi della concorrenza, l’analisi S.W.O.T., i media e una stima del mercato potenziale.

La fase di pianificazione sulla scorta di quanto emerso nell’analisi si concentra su: definizione degli obiettivi, definizione degli effetti desiderati (se si segue questo approccio di pianificazione), determinazione delle performance e dei risultati attesi, la scelta dei segmenti di consumatori/clienti, ed infine un piano di operazione ovvero la disposizione cronologica dei momenti topici delle attività.

Per la fase di esecuzione vengono definite le modalità di sincronizzazione delle varie attività, gli attori coinvolti, compiti e responsabilità, i modi di esecuzione, le modalità di verifica dei tempi.

La fase di revisione deve svolgersi alle cadenze di tempo prestabilite (es. 3 mesi) e non essere sottovalutata; richiede il confronto tra i risultati prefissati e quanto realmente ottenuto, l’individuazione delle cause di scostamento, quindi l’aggiornamento del piano e delle strategie conseguenti.

CONTENUTI INDESIDERATI SUI SOCIAL MEDIA

CONTENUTI INDESIDERATI SUI SOCIAL MEDIA

Il punto di partenza è ricordare alle imprese che vogliono utilizzare i social media come strumento per incrementare le vendite, che questo risultato è la conseguenza di azioni e di una comunicazione appropriata, e non un risultato perseguibile “tout-court” in modo diretto.

E’ necessario stabilire una relazione con il pubblico dei social e creare contenuti che questo ritenga utili ai suoi bisogni.
Attenzione quindi all’ effetto “catalogo” che potrebbe riservare grosse delusioni.

Una lista sintetica degli argomenti meno desiderati ci dice:
– Troppi messaggi promozionali e/o autoreferenziali
– Troppi messaggi non rilevanti
– Messaggi fuorvianti e clickbaiting
– Mancate risposte ai propri messaggi
– Messaggi fuori luogo o fuori contesto
– Troppo seri o troppo burloni – troppi hashtag o troppe emoji
– Essere interrotto o disturbato nel proprio percorso “online”

I social media non vanno intesi semplicemente come un “negozio virtuale”, semmai renderlo desiderabile e accessibile (in altre piattaforme) stimolando fiducia, empatia e desiderio nel pubblico.

Quindi mai perdere di vista il significato profondo del termine “social” come luogo di aggregazione e piazza virtuale in tutte le sue accezioni, positive o negative che siano.
Sintetizzare in 200 parole un concetto “take away” di un aspetto complesso come questo non è facile ma ci abbiamo provato!

QUALI OBIETTIVI NEL DIGITAL MARKETING

QUALI OBIETTIVI NEL DIGITAL MARKETING

Nella pianificazione di qualunque azienda, uno dei momenti fondamentali è la definizione degli obiettivi.
Allo stesso tempo, la definizione degli obiettivi è un passaggio obbligato nello sviluppo di qualunque attività di Digital marketing, oramai sempre più irrinunciabili.

Nelle righe che seguono viene rappresentata una categorizzazione generale degli obiettivi che di norma possono essere perseguibili nelle varie attività digitali.
Primo passo per un’impresa è individuare quali tipologie supportano le proprie strategie.

Le categorie sono le seguenti:
– Incrementare le vendite
– Aumentare la diffusione, identità e conoscenza del brand
– Generare lead (contatti di vendita)
– Generare contatti con nuovi target di mercato
– Indirizzare traffico verso eventi/esposizioni fieristiche organizzate
– Incrementare l’efficacia delle pubbliche relazioni con influencer, stakeholders, clienti
– Migliorare la reputazione del brand/prodotto
– Migliorare il posizionamento sui motori di ricerca
– Aumentare il traffico sul sito web
– Migliorare la comprensione dei gusti/bisogni dei clienti e/o del mercato
– Migliorare il servizio clienti
– Scoprire nuove idee di prodotto/servizio

Non tutte queste tipologie possono essere adeguate per ogni azienda e attività, per cui ogni impresa dovrà procedere ad una loro attenta selezione, riformulandoli in modo personalizzato seguendo il metodo S.M.A.R.T.
Questa è una fase necessaria per la definizione della “digital strategy” e precede l’avvio di qualunque azione.